ROMEO AND JULIET

« Older   Newer »
  Share  
annaritaps89
view post Posted on 12/11/2013, 19:56




CITAZIONE (Si5 @ 12/11/2013, 14:30) 
Ma ai festival i film sono visti in lingua originale?

Si si. Mi sa che al massimo ti mettono i sottotitoli.
 
Top
Si5
view post Posted on 12/11/2013, 20:25




CITAZIONE (annaritaps89 @ 12/11/2013, 19:56) 
CITAZIONE (Si5 @ 12/11/2013, 14:30) 
Ma ai festival i film sono visti in lingua originale?

Si si. Mi sa che al massimo ti mettono i sottotitoli.

Ah... Grazie infinite, Anna <333 Era un dubbio che avevo da sempre XD anche se dovrebbe essere logico visto che è un festival internazionale!

Consiglio per Ed <333: Lascia perdere, d'ora in poi, i remake!
 
Top
marie.
view post Posted on 19/11/2013, 12:43




Recensione di movieplayer abbastanza buona:
CITAZIONE
Carlo Carlei fa della fedeltà all'originale la sua prima preoccupazione. Adattato dall'inglese Julian Fellowes, premio Oscar per Gosford Park di Robert Altman nonché creatore di Downton Abbey, Romeo and Juliet è un'opera sontuosa in cui i reparti tecnici mettono in campo le loro eccellenze. Il film è stato girato on location a Verona e in parte a Mantova. Le splendide architetture e le campagne settentrionali sono fotografate con sapienza da David Tattersall, a vestire i personaggi con precisione filologica ci pensa il costumista Carlo Poggioli e le suggestive musiche sono firmate dal compositore di A Single Man Abel Korzeniowski.

Carlo Carlei ha ben presenti i gusti del giovane pubblico americano, principale target delle grandi produzioni. La sua regia, aiutata dalle piccole modifiche di Fellowes volte a modernizzare la tragedia degli sfortunati innamorati veronesi, valorizza gli aspetti romantici e spettacolari della storia. Ampio spazio viene dato all'incontro tra Romeo e Giulietta, ai loro palpiti giovanili, al matrimonio segreto celebrato da Frate Lorenzo, ma anche agli spettacolari duelli tra i clan dei Capuleti e dei Montecchi. In un'opera come questa l'alchimia tra i due protagonisti è l'ingrediente essenziale, ma i nomi di Hailee Steinfeld e Douglas Booth rispondono a una doppia esigenza: avvicinarsi all'originale shakespeariano, visto che per la prima volta vediamo sullo schermo una Giulietta quattordicenne, mentre Booth, all'epoca delle riprese, aveva diciannove anni, e attrarre l'attenzione del pubblico teen. A conti fatti la scelta di Booth è la più azzeccata. Il giovane attore londinese è sufficientemente carismatico da sostenere la drammaticità dell'iconico ruolo di Romeo. Pur infondendo nella sua Giulietta l'ingenuità e la freschezza della sua età, la Steinfeld sembra più a suo agio nelle praterie del West che nella Verona rinascimentale e le complesse battute del Bardo mettono alla prova la sua recitazione acerba evidenziandone a tratti le carenze.

Privilegiando la gioventù del cast, Romeo and Juliet tende a stemperare la componente erotica e drammatica a favore di una visione più romantica e meno viscerale. Damian Lewis, star di Homeland, nei panni di Lord Capuleti fornisce una perfomance variegata che oscilla tra furia e gaiezza, ma a spiccare è soprattutto il Frate Lorenzo di Paul Giamatti. Il talento del carismatico interprete gli permette di creare senza sforzo una figura intensa ed empatica e tra tutti gli attori è il solo a non ricorrere all'espediente della recitazione sovraccarica e affettata di stampo teatrale. Al di là dell'immenso Giamatti, difetti e sbavature non mancano del dramma di Carlei, ma l'insieme risulta comunque armonico e appassionante. Sarà merito del Bardo, non lo dubitiamo, ma l'ultimo abbraccio mortale dei due innamorati nella cripta tombale dei Capuleti riesce sempre a provocare un brivido.

7
VOTO DEL REDATTORE

x

E di mymovies, non buonissima ma nemmeno pessima:

CITAZIONE
Il problema è che prima di Carlei sono arrivati sia il già citato Luhrman, capace di modernizzare il linguaggio seicentesco con ambientazioni postmoderne e una recitazione nervosa, sia la saga di Twilight e tutta l'estetica gotico-ormonale che ne è seguita, alla quale Carlei troppo spesso attinge. Certo, Romeo and Juliet attinge anche a molto altro: la pittura italiana, ad esempio, e la messinscena operistica, ambientata all'interno di sontuose scenografie. Sotto questo profilo, l'adattamento di Carlei è debitore di quello, egualmente oleografico, di Franco Zeffirelli, entrambi ambasciatori all'estero (poiché Romeo and Juliet è recitato in lingua inglese da un cast prevalentemente anglosassone) del buon gusto e della tradizione figurativa italiani. Nella sua impostazione classica, così come nella scelta di utilizzare le esatte parole di Shakespeare, Carlei compie una scelta filologicamente corretta e apprezzabilmente priva di eccessivi manierismi, di compiacimenti leziosi e di inutili sfoggi di bravura. Dunque la sua versione di Romeo e Giuliettaè teneramente rispettosa, sia del testo che della ricchezza iconografica del paese da cui il regista proviene.
Ma le concessioni all'estetica Twilight, visibili soprattutto nelle scene di duello e nella scelta di alcuni membri del cast (Ed Westwick e Christian Cooke, che interpretano Tebaldo e Mercuzio come fossero vulturi) risultano poco consoni alla raffinatezza del testo shakespeariano. E soprattutto, l'ennesimo adattamento di Romeo e Giulietta avrebbe bisogno di una chiave di lettura innovativa che ne giustifichi la necessità.
Le scelte di casting sono poco equilibrate: se da un lato Douglas Booth nei panni di Romeo sembra uscito da un episodio del Superman televisivo (e la sua enunciazione piatta vanifica la profondità delle parole di Shakespeare) e Hailee Steinfeld nei panni di Giulietta sembra scelta soprattutto per il suo aspetto di adolescente qualunque (secondo la stessa logica che sottendeva il casting di Kristen Stewart nella saga di Twilight), dall'altro alcuni caratteristi sopraffini come Paul Giamatti (frate Lorenzo) e Lesley Manville (la balia) ci ricordano (ahimé, anche per contrasto) di quale potenza evocativa possano avere le parole di Shakespeare.
Una nota di merito va a Kodi Smit-Mcphee nel ruolo di Benvolio: non solo il giovanissimo attore rivela una sensibilità e un talento notevoli, ma si intuisce che il punto di vista originale di Carlei avrebbe potuto passare attraverso di lui, simbolo dell'innocenza alla mercé dell'irrazionalità e dell'egoismo altrui. Ci auguriamo che Romeo&Juliet porti comunque i giovanissimi nelle sale e li convinca che Shakespeare è un autore per tutti. Ma avremmo preferito che Carlei scegliesse di dare una connotazione più precisa a questo dramma in bilico fra eros e thanatos: così com'è, resta a metà fra il fantasy e la fiaba nera, con il carico da novanta di una colonna sonora che non tace nemmeno un minuto. Come se le parole di Shakespeare non fossero abbastanza musicali.

x

Poi mi devono spiegare che c'entra Ed con Twilight.
 
Top
287 replies since 20/5/2011, 22:29   5728 views
  Share